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Convegno dell’Associazione Nazionale Criminologi e Criminalisti del 28 ottobre 2015: i Professionisti ANCRIM in prima linea per i veri problemi del Paese.

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Convegno dell’Associazione Nazionale Criminologi e Criminalisti del 28 ottobre 2015: i Professionisti ANCRIM in prima linea per i veri problemi del Paese.

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Pubblicato da Scienze Forensi Magazine in Notizie · Mercoledì 28 Ott 2015 · Tempo di lettura 4:00
Nella suggestiva cornice della Sala Convegni della Caserma della Polizia di Stato "Lungaro", con un pubblico formato da appartenenti alle Forze dell’Ordine, avvocati, giornalisti e professionisti del settore, si è tenuta la presentazione siciliana dell’’ANCRIM - Associazione Nazionale Criminologi e Criminalisti, in collaborazione con le associazioni "Quarto Savona Quindici" e "Libera".
Un appuntamento all’insegna della legalità e della cultura civica, che ha visto succedersi negli interventi la Prof.ssa Deborah Capasso de Angelis, in qualità di Presidente Nazionale, Tina Montinaro, Presidente dell’associazione "Quarto Savona Quindici", l’Avv. Stefano Giordano, Vice Presidente Nazionale, il Dott. Giuseppe Bellassai, Questore Vicario di Palermo, Don Luigi Ciotti, Presidente dell’associazione "Libera", la Dott.ssa Federica Luzzo, Consigliere Comunale di Palermo, il Dott. Carmelo Dublo, docente di grafologia forense all’Università Internazionale di Scienze della Sicurezza e della Difesa Sociale UNISED, e il Prof. Massimo Blanco, Segretario Generale Nazionale e Rettore di UNISED.
Dopo una breve presentazione da parte del Segretario Generale Massimo Blanco, prende la parola il Presidente Nazionale, Deborah Capasso de Angelis, presentando l’Associazione e le finalità della stessa, ponendo l’accento sulla necessità di distinguere chiaramente tra le due professionalità oggetto d’esame: il criminologo e il criminalista. Figure che meritano dignità professionale e distinzione sociale, anche grazie alla particolare struttura giuridica che caratterizza l’ANCRIM: difatti, l’ente è costituito ai sensi della legge n. 4/2013 che riconosce le figure professionali non organizzate in ordini o collegi. Il Presidente prende così le distanze da tutti quei soggetti che si occupano di divulgare sui media contenuti in materia di criminologia e criminalistica, limitandosi spesso a spettacolarizzare l’evento drammatico o a trattare esclusivamente questioni di "criminal profiling"; quest’ultimo sicuramente interessante ma che, con la realtà criminale italiana, prevalentemente legata alle organizzazioni criminali mafiose che investono sovente la sfera economica e politica, ha poco a che vedere. Sottolinea l’aspetto evolutivo del crimine, ponendo l’attenzione sulla necessità di formare professionisti competenti e aggiornati, senza tuttavia scadere nel qualunquismo e nella "tuttologia".
La parola passa così a Tina Montinaro, vedova del capo della scorta di Giovanni Falcone e presidente dell’associazione "Quarto Savona Quindici" (nome in codice dell’unità che proteggeva il Giudice) la quale, con estrema chiarezza ed incisività, ribadisce la necessità di una sempre maggiore collaborazione tra i professionisti del settore, criminologi e criminalisti, le Forze dell’Ordine e la Magistratura, ricordando come la lotta alla mafia sia una delle priorità nel nostro Paese, per non ripetere gli errori del passato e non cadere in trappole culturali come la corruzione e l’assenza di cultura della legalità. Senza girarci troppo intorno, Tina Montinaro rafforza il legame umano e professionale con l’ANCRIM, offrendo pubblicamente la sua "spalla" e la sua mano protesa verso il futuro, affinché si possa tutti insieme andare avanti nell’obiettivo comune di vincere la dura battaglia che ha visto cadere uomini di giustizia e delle forze di polizia di grande spessore umano e culturale, tra cui il marito, 23 anni fa, componente della scorta del Giudice Giovanni Falcone, perito nella strage di Capaci.
E sempre di cultura della legalità parla il Vice Presidente Nazionale ANCRIM Avv. Stefano Giordano, auspicando una maggiore presa di coscienza e di posizione da parte delle Autorità, spingendo la leva della giustizia non solo verso quel garantismo giuridico realizzato e immaginato per proteggere l’indagato e l’imputato, ma anche verso la ricerca della verità, in particolare nel pieno rispetto della vittima, come riporta l’art. 5 CEDU in tema di diritti di libertà e di sicurezza. «La vittima prima di tutto e su tutto».
Si apre così lo spiraglio per l’intervento pubblico del Questore Vicario Dott. Giuseppe Bellassai, intervenuto su delega del Questore di Palermo Dott. Guido Nicolò Longo chiamato improvvisamente a Roma per questioni di estrema urgenza. Con grande chiarezza, il Dott. Bellassai conferma quanto espresso da tutti gli altri relatori, ricordando come le forze di polizia siano ogni giorno in strada per la difesa del cittadino e per lottare contro la criminalità organizzata. Il Dott. Bellassai fonda inoltre il suo intervento sulla cultura della legalità e sul bisogno di una sempre maggiore e costante preparazione, anche in relazione ai rapporti professionali con i tecnici del settore, quindi i criminologi e i criminalisti, non di meno auspicando la continuazione dei rapporti con associazioni legate alla lotta contro le mafie, come "Libera" e "Quarto Savona Quindici", e con enti che garantiscono la costante formazione in tema di legalità e sicurezza come l’Università Popolare UNISED.

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