Mafia SPA, un fatturato da 40 miliardi l’anno

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Mafia SPA, un fatturato da 40 miliardi l’anno

Scienze Forensi Magazine | Il giornale delle Scienze Forensi
Pubblicato da Hillary Di Lernia in Criminologia · Venerdì 24 Feb 2023
Articolo della dr.ssa Hillary Di Lernia (ISF Ufficio Comunicazione)

Secondo la CGIA di Mestre, si tratta di una cifra pari al 2% del PIL

Circa 40 miliardi di euro annui, pari a oltre il 2% del PIL. Sarebbe questa la stima del denaro gestito dalle organizzazioni riconducibili alla “Mafia Spa[1]”.

A dirlo è l’Ufficio Studi della CGIA, che evidenzia come tale giro di affari sia inferiore solo al fatturato di GSE (Gestore dei servizi energetici), di ENI e di ENEL. Si tratta di dati sottostimati, in quanto risulta difficile dimensionare anche i proventi attribuibili all’infiltrazione di queste organizzazioni nell’economia legale.

Secondo i dati di Banca d’Italia[2], a livello territoriale la presenza più diffusa delle organizzazioni economiche criminali si registra nel Mezzogiorno; ciononostante si rileva una penetrazione territoriale "molto preoccupante" anche nelle realtà del Centro-Nord, in particolare nelle province di Roma, Latina, Genova, Imperia e Ravenna. Meno investite dal fenomeno sarebbero, invece, le province del Triveneto (con lievi segnali in controtendenza a Venezia, Padova, Trento e, in particolar modo, Trieste). Anche la Valle d’Aosta e l’Umbria presentano un livello di rischio molto basso. Al Sud, infine, secondo i ricercatori di Banca d’Italia gli unici territori completamente “immuni” dalla presenza del fenomeno mafioso sarebbero le province di Matera, Chieti, Campobasso e le realtà sarde di Olbia-Tempio, Sassari e Oristano.

Come evidenzia lo studio, storicamente, i territori dove l’economia locale è fortemente condizionata dalla spesa pubblica e il livello di corruzione della pubblica amministrazione è molto elevato si dimostrano più vulnerabili al potere corruttivo delle mafie. Inoltre, l'ingente presenza di alcuni reati spia in un determinato territorio permette di individuare un’area geografica più a rischio di un’altra. Ad esempio, nei luoghi dove il numero di denunce all’autorità giudiziaria per estorsione/racket, usura, contraffazione, lavoro nero, gestione illecita del ciclo dei rifiuti, scommesse clandestine, gioco d’azzardo, etc. è molto alto, la probabilità che vi sia una presenza radicata di una o più organizzazioni criminali di stampo mafioso è molto elevata.

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[1] Con questo termine si intende il ricavato delle attività illegali ascrivibili a Cosa Nostra, Ndrangheta, Camorra, Sacra Corona Unita, Mafia nigeriana, organizzazioni criminali provenienti dall’Est Europa.
[2] Sauro Mocetti e Lucia Rizzica, “La criminalità organizzata in Italia”, Banca d’Italia, Questioni di Economia e Finanza n° 661, dicembre 2021, pag. 10


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